domenica 16 giugno 2013

Risorse e... La Caduta dei Giganti

Un altro aspetto ricollegabile alle risorse nel romanzo di Ken Follett è la descrizione della miniera di carbone di Aberowen. Dal prologo del libro intitolato "Iniziazione" (I Capitolo) traggo alcuni stralci significativi:

"Oltre le case Billy vide il castelletto del montacarichi, una torre sormontata da due grandi ruote che giravano in senso opposto l'una rispetto all'altra per tirare i cavi preposti a sollevare e abbassare la gabbia. Analoghe strutture all'ingresso delle miniere si profilavano nella maggior parte delle città del Galles meridionale, così come le guglie delle chiese torreggiavano sui villaggi contadini."

Qui sopra è descritto come appare agli occhi dei minatori l'imboccatura delle miniere, e in poche righe si riesce ad immaginare la standardizzazione dei paesaggi artificiali nel Galles.

"A scuola aveva imparato tante cose sulle lampade dei minatori. Tra i pericoli in miniera c'era il metano, il gas infiammabile rilasciato dalle vene di carbone. Veniva chiamato “grisù” ed era la causa di tutte le esplosioni sotterranee. Notoriamente nelle miniere del Galles c'era molto gas. La lampada era progettata in modo ingegnoso per evitare che la fiamma incendiasse il grisù. In pratica la fiamma cambiava forma in presenza del gas, diventando più lunga, e questo costituiva un avvertimento perché il grisù è inodore.
Se si spegneva, il minatore non poteva riaccenderla da solo. Nel sottosuolo era infatti proibito avere fiammiferi, e la lampada era chiusa in modo da scoraggiare la violazione della regola. Bisognava portarla a una stazione di accensione, di solito alla base del pozzo, e ciò a volte comportava una camminata di un paio di chilometri, ma ne valeva la pena per evitare il rischio di un'esplosione sotterranea.
A scuola era stato detto ai ragazzi che quel tipo di lampada dimostrava quanto i padroni delle miniere avessero a cuore la sicurezza dei loro dipendenti, ma il papà aveva commentato: “Come se per i capi non fosse un vantaggio evitare le esplosioni, l'interruzione del lavoro e i danni alle gallerie”."


In questo stralcio, ancora più signifacativo, è descritta la formazione dei minatori, le tecnologie usate per la loro sicurezza e i pericoli che questi corrono lavorando nelle miniere di carbone.
Il grisù, sostanzialmente gas metano formato dalla decomposizione del carbon fossile, assieme alla polvere di carbone costituiscono il principale pericolo per la vita dei minatori e per la miniera stessa perchè sono causa delle esplosioni e degli incendi. Per evitare questi incidenti si utilizzano: la lampada di Davy, descritta sopra; un sempice sistema di areazione, qui descritto: " Come la maggior parte delle miniere, Aberowen aveva due pozzi verticali, con ventole piazzate in modo da forzare l'aria verso il basso in uno e verso l'alto nell'altro."; e ancora impianti per spruzzare l'acqua, descritti qui di seguito con la loro funzione: "Un tubo da cinque centimetri di diametro correva lungo la volta: probabilmente portava l'acqua. Ogni notte le gallerie venivano innaffiate allo scopo di ridurre la polvere, che non solo era nociva per i polmoni degli uomini – se il problema fosse stato solo quello, la Celtic Minerals probabilmente non se ne sarebbe curata – ma costituiva anche un rischio di incendio.".

Un'altra osservazione importante può essere fatta a partire dal seguente stralcio:
"La galleria era arcuata e il soffitto rinforzato da supporti curvi di acciaio. [...] svoltarono in una galleria trasversale in salita. Era un passaggio più vecchio e più stretto, con puntelli di legno anziché tubolari di acciaio, e Price doveva chinare la testa dove il soffitto si insellava."
Qui infatti è chiara l'evoluzione delle gallerie resa possibile dall'uso di nuovi materiali e nuove tecniche di costruzione atte soprattutto a migliorare la produttività delle miniere.

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